GABRIELE FRISCIA FOTOGRAFA OGGETTI E LI INQUADRA COME SCARTI, RESIDUI DI ESPERIENZE MATERIALI EFFIMERE, PROPRIE O ALTRUI, COME METAFORE DEL TEMPO PRIVATO CHE PASSA O DI MOMENTI PUBBLICI DI CARATTERE SOCIALE COME IL REFERENDUM INDIPENDENTISTA DEL 9 NOVEMBRE 2014 IN CATALOGNA.
TECNICA: MACRO FOTOGRAFIA PANORAMICA
Sempre in bilico tra la sua origine italiana (Ostia/Roma) e la sua vita di musicista e fotografo che da 30 anni trascorre in Spagna, a Cordoba, le sue FOTOGRAFIE sono vere e proprie sculture di grandi dimensioni, testimoni dell’azione trasformatrice casuale degli accadimenti umani e degli agenti atmosferici, reinterpretando così in senso artistico oggetti di uso comune.
Opere in mostra:
Efímera 9N, 120×120 cm
Cristallizazione di immagine HDPB System su PVC 10 mm
Efímera Olimpica (trittico),162×146 cm,
Cristallizazione di immagine HDPB System su PVC 10 mm
Efímera Maria, 88×123 cm,
Baritata Canson, Epson Ultrachrome, montata su dibon
Efímera DIA, 140×140 cm,
Cristallizazione di immagine HDPB System su PVC 10 mm
Efimera dulce, 60×113 cm,
Kodak Premium Rapid-Dry satinato 260gr su PVC 5mm
Caitalism clog the arteries and causes heart attacks and strokes, 120×83 cm,
Kodak Premium Rapid-Dry satinato 260gr su PVC 5mm
Master, 25×25 cm
Ogni opera fotografica sarà accompagnata dalla presentazione incorniciata del pezzo originale (“Master”) in un esercizio di confronto tra realtà e sua reiterpretazione fotografica.
La celebrazione del 400° anniversario del ritrovamento delle spoglie di Santa Rosalia ha dato vita a un evento culturale di portata internazionale che trascende i confini della tradizione religiosa. Un progetto culturale che unisce fede, identità e arte.
Milano si conferma capitale dell’arte e del design con un’offerta culturale che si arricchisce di importanti mostre fotografiche. Un percorso artistico che attraversa un secolo di storia della fotografia, dalle avanguardie tedesche del Novecento fino alle recenti espressioni contemporanee.
Mario Giacomelli è protagonista di tre imperdibili mostre che esplorano la sua rivoluzionaria tecnica di contrasto estremo, con le serie “Presa di coscienza sulla natura”, “Io non ho mani che mi accarezzino il volto” e “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, e analizzano il suo rapporto con il paesaggio marchigiano, trasformato in “mappe dell’anima” nella serie “Metamorfosi della terra”. Le esposizioni rivelano l’influenza della poesia di Leopardi, Montale e Pavese sul suo lavoro e l’eredità lasciata ai fotografi contemporanei.
Il MASI Lugano ospita la prima mostra interamente dedicata da un’istituzione museale al fotografo Eugenio Schmidhauser, attraverso una selezione di circa novanta fotografie. L’esposizione, intitolata Eugenio Schmidhauser. Oltre il Malcantone, si tiene presso la sede di Palazzo Reali e rappresenta un’importante occasione per riscoprire un artista che ha contribuito significativamente all’immaginario visivo della Svizzera.