Le mostre di Mario Giacomelli: un viaggio fotografico tra poesia e realtà

di Gilberto Maltinti

Mostre

Informazioni

Mario Giacomelli. Il fotografo e il poeta
Palazzo Reale, Milano
dal 22.05 al 7.9.2025

MARIO GIACOMELLI
Parma 360 | Festival della creatività contemporanea
dal 12/04/2025 al 25/05/2025
Galleria San Ludovico – Parma
https://parma360festival.it/etn/mario-giacomelli-questo-ricordo-lo-vorrei-raccontare/

MARIO GIACOMELLI IL FOTOGRAFO E L’ARTISTA
Palazzo delle Esposizioni  – Roma.
dal 20.05 al 03.08.2025
https://www.palazzoesposizioniroma.it/mostra/mario-giacomelli-il-fotografo-e-l-artista

 

Cosa c'è da sapere:

Mario Giacomelli è protagonista di tre imperdibili mostre che esplorano la sua rivoluzionaria tecnica di contrasto estremo, con le serie “Presa di coscienza sulla natura”, “Io non ho mani che mi accarezzino il volto” e “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, e analizzano il suo rapporto con il paesaggio marchigiano, trasformato in “mappe dell’anima” nella serie “Metamorfosi della terra”. Le esposizioni rivelano l’influenza della poesia di Leopardi, Montale e Pavese sul suo lavoro e l’eredità lasciata ai fotografi contemporanei.

La fine di un’era: riflessioni personali

Come fotografo e appassionato d’arte, sono giunto a una conclusione tanto radicale quanto personale: la fotografia in bianco e nero è morta dopo Mario Giacomelli. Nessun autore successivo è riuscito a raggiungere quella perfetta alchimia tra forma e contenuto, tra tecnica e poesia che caratterizza l’opera del maestro marchigiano. Giacomelli ha portato il bianco e nero ai suoi limiti estremi, trasformandolo da semplice tecnica a vero e proprio linguaggio espressivo, esaurendone tutte le possibilità comunicative. Ciò che è venuto dopo appare inevitabilmente come citazione, ripetizione o, nel migliore dei casi, omaggio. È con questa convinzione che ho deciso di approfondire due mostre dedicate a colui che considero l’ultimo grande innovatore della fotografia in bianco e nero, l’artista che ne ha segnato contemporaneamente l’apice e la conclusione.

In un panorama artistico in continua evoluzione, la fotografia di Mario Giacomelli rimane un faro di autenticità e potenza espressiva. Le opere del maestro marchigiano, caratterizzate da un forte contrasto bianco e nero e da composizioni di straordinaria potenza visiva, continuano a suscitare emozioni e riflessioni in chiunque le osservi. Oggi esploriamo due importanti mostre dedicate a questo gigante della fotografia italiana, appuntamenti imperdibili per appassionati e professionisti del settore.

Mario Giacomelli: la poesia del bianco e nero

La prima delle due esposizioni si concentra sull’uso magistrale che Giacomelli fa del contrasto. Nato a Senigallia nel 1925, Giacomelli ha sviluppato un linguaggio visivo inconfondibile, dove il bianco e nero non sono semplici tonalità ma diventano elementi narrativi, capaci di raccontare storie di vita quotidiana trasfigurate in visioni quasi metafisiche.

La tecnica inconfondibile del maestro

Ciò che colpisce immediatamente nelle fotografie di Giacomelli è il contrasto estremo. Le sue stampe sono caratterizzate da neri profondi e bianchi abbaglianti, con poche sfumature intermedie. Questa scelta tecnica non è casuale, ma riflette la visione del mondo dell’artista: netta, senza compromessi, dove la realtà viene scomposta nei suoi elementi essenziali.

La mostra espone alcune delle serie più celebri dell’artista, tra cui:

  • “Presa di coscienza sulla natura” (1955-1980): un dialogo continuo con il paesaggio marchigiano, trasformato in pattern astratti grazie alla ripresa dall’alto.
  • “Io non ho mani che mi accarezzino il volto” (1961-1963): l’intenso reportage sui seminaristi, dove i giovani preti in abiti neri sembrano figure danzanti in uno spazio senza tempo.
  • “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” (1966-1968): la toccante serie dedicata agli anziani ospiti dell’ospizio di Senigallia.

Il processo creativo svelato

Un aspetto particolarmente interessante della mostra è la sezione dedicata al processo creativo di Giacomelli. Vengono esposte alcune stampe di prova, che mostrano come l’artista lavorasse in camera oscura, intervenendo direttamente sui negativi e sulle stampe per ottenere quel particolare effetto grafico che caratterizza il suo stile.

Le didascalie rivelano dettagli tecnici affascinanti: Giacomelli spesso sovraesponeva le pellicole e poi le sottoponeva a uno sviluppo forzato, amplificando ulteriormente il contrasto. In camera oscura, poi, interveniva con mascherature e bruciature per intensificare ulteriormente le ombre e le luci.

Mario Giacomelli: paesaggi dell’anima

La seconda mostra è dedicata specificamente al rapporto tra Giacomelli e il paesaggio. Le colline marchigiane, i campi arati, le terre coltivate diventano, nell’obiettivo del fotografo, mappe dell’anima, territori emotivi dove la geografia reale si trasforma in geografia interiore.

La terra come spartito musicale

Particolarmente emozionante è la serie “Metamorfosi della terra”, dove i campi fotografati dall’alto sembrano spartiti musicali, partiture di un’armonia segreta che solo l’artista sa cogliere. I segni lasciati dagli aratri, le geometrie create dai contadini, le texture del terreno: tutto diventa segno grafico, alfabeto di un linguaggio visivo potente e personale.

La mostra rivela come Giacomelli lavorasse in stretto contatto con i contadini della sua regione, chiedendo loro di arare i campi seguendo particolari schemi, trasformando così il paesaggio in una gigantesca tela su cui disegnare con la luce.

L’influenza della poesia

Un’intera sezione è dedicata al rapporto tra Giacomelli e la poesia. Le sue serie fotografiche sono spesso ispirate o intitolate a versi poetici. Il fotografo marchigiano era un grande lettore di poesia contemporanea, e autori come Leopardi, Montale, Pavese hanno profondamente influenzato la sua visione.

Questa connessione tra parola e immagine è evidente nella serie “A Silvia”, ispirata alla celebre poesia di Leopardi, dove il paesaggio diventa metafora della fugacità della vita e della bellezza.

L’eredità di Mario Giacomelli nella fotografia contemporanea

Entrambe le mostre dedicano uno spazio all’influenza che il lavoro di Giacomelli ha avuto sulle generazioni successive di fotografi. Il suo approccio al paesaggio, il suo uso del contrasto, la sua capacità di trasformare il quotidiano in visione poetica hanno segnato profondamente la storia della fotografia italiana e internazionale.

Fotografi contemporanei come Francesco Jodice, Olivo Barbieri e Giovanni Chiaramonte riconoscono apertamente il debito nei confronti del maestro marchigiano, e alcune loro opere vengono presentate in dialogo con quelle di Giacomelli.

Tecniche moderne, visione antica

Particolarmente interessante è il confronto tra le tecniche analogiche utilizzate da Giacomelli e le possibilità offerte oggi dal digitale. Mentre molti fotografi contemporanei cercano di emulare digitalmente gli effetti di contrasto e grana che Giacomelli otteneva in camera oscura, emerge chiaramente come la forza del suo lavoro non risiedesse tanto nella tecnica quanto nella visione.

Le sue fotografie non sono potenti perché tecnicamente perfette, ma perché veicolano una visione del mondo autentica e personale. Questa è forse la lezione più importante che il maestro marchigiano lascia ai fotografi di oggi.

Informazioni

Mario Giacomelli. Il fotografo e il poeta
Palazzo Reale, Milano
dal 22.05 al 7.9.2025

MARIO GIACOMELLI
Parma 360 | Festival della creatività contemporanea
dal 12/04/2025 al 25/05/2025
Galleria San Ludovico – Parma
https://parma360festival.it/etn/mario-giacomelli-questo-ricordo-lo-vorrei-raccontare/

MARIO GIACOMELLI IL FOTOGRAFO E L’ARTISTA
Palazzo delle Esposizioni  – Roma.
dal 20.05 al 03.08.2025
https://www.palazzoesposizioniroma.it/mostra/mario-giacomelli-il-fotografo-e-l-artista

 

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