Io sono ciò che indosso?

di francesco berretta

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L’Associazione Roma Fotografia presenta la Call Fotografica Internazionale 

 “IO SONO CIÒ CHE INDOSSO?”

Settima edizione della Call Fotografica Internazionale di ROMA FOTOGRAFIA 2023.

Il contest promosso è organizzato quest’anno in partnership con LEICA CAMERA ITALIA, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del MUNICIPIO I ROMA CENTRO, la rivista IL FOTOGRAFO, TWM Factory e con il sostegno del Festival della Fotografia Etica di Lodi.

COMITATO ARTISTICO E GIURIA

Il comitato artistico e la giuria della Call Fotografica Internazionale “IO SONO CIÒ CHE INDOSSO?” sono presieduti dal fotoreporter Luciano Del Castillo per l’Agenzia di stampa ANSA, e sono composti da Giulia Silvia Ghia, Assessore alla Cultura del Municipio I Roma Centro,  Giada Triola per Leica Camera Italia, Federica Berzioli coordinamento editoriale della rivista  IL FOTOGRAFOAlberto Prina per il Festival della Fotografia Etica di Lodi, Riccardo Ferranti per TWM FactoryMaria Cristina Valeri, Alex Mezzenga  e Gilberto Maltinti per l’Associazione Roma Fotografia.

Il comitato artistico con il forte titolo “IO SONO CIÒ CHE INDOSSO?” chiede a fotograf* professionist* e fotoamator* di tutto il mondo di indagare con le loro fotografie, a colori e in bn, il ruolo che nel corso dei millenni l’umanità ha dato all’abbigliamento.

In palio, una macchina fotografica Leica D-LUX 7 “a bathing ape® х stash” offerta dalla Leica Camera Italia Leica-D-LUX 7-a-bathing-ape-h-stash

Perché questa Call Fotografica Internazionale

Nel corso dei millenni l’umanità ha dato all’abbigliamento un ruolo importante per definire status, appartenenze, ribellioni, libertà, o al contrario costrizione e omologazione. Siamo portati a credere che ciò che indossiamo corrisponda all’espressione della nostra identità, ma siamo certi che il nostro stile ci rispecchi completamente e profondamente? Seguire una moda, scegliere un colore, un accessorio è realmente una volontà scevra da condizionamenti?

E la nudità potrebbe essere un’illusione di libertà?

Il punto di domanda ricorre più volte nelle intenzioni della nostra Call – sostiene Maria Cristina Valeri, ideatrice del tema e Presidente dell’Associazione Roma Fotografia – per aprirci, attraverso la fotografia, ad un’esplorazione contemporanea, a una narrazione individuale e corale su un tema dalle mille sfaccettature. La sfida auspicabile è un orizzonte che si spalanchi ad una naturale inclusione e accoglienza, così come ad una consapevole attenzione alla sostenibilità perché ciò che indossiamo riguarda anche il nostro futuro sul pianeta Terra”.

I ruoli che ricopriamo, o che ci vengono assegnati, il voler essere vist*, accettat* e amat*, l’educazione impartita, i dogmi, influenzano le nostre scelte e costruiscono inevitabilmente e anche per opposizione il nostro senso estetico.
Aggiunge l’Assessore Ghia “L’essere inoltre nati in una città come Roma ci porta ad avere una responsabilità recondita e anche innata ad essere portatori di bellezza nel mondo”.

Nascendo in un’altra nazione, in un altro contesto sociale, in una culla religiosa diversa, in un corpo altro saremmo portati ad indossare abiti diversi  e saremmo naturalmente spint* a seguire altri dettami. Forse proprio l’alternarsi degli stili e delle mode potrebbe indicare che siamo più indossator* che stilist*, così come il credere di non lasciarci condizionare potrebbe riflettere qualcosa di altrettanto importante.

Come partecipare alla Call Fotografica Internazionale

I fotograf* professionist* e fotoamator* di tutto il mondo posso partecipare candidando le loro fotografie, a colori e bn, a due categorie: SHORT STORY, inviando un progetto composto da minimo 4 massimo 8 fotografie – Il partecipante può inviare anche più di un progetto – e SINGLE SHOT, inviando una o più immagini singole (anche in tempi diversi).

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