La vincitrice del World Press Photo 2025 è la fotografa palestinese Samar Abu Elouf, che ha lasciato Gaza nel dicembre 2023 per documentare a Doha le condizioni dei feriti evacuati dalla Striscia. Tra loro ha incontrato Mahmoud Ajjour, un bambino di nove anni che ha perso entrambe le braccia a seguito di un attacco israeliano nel marzo 2024: stava incitando la sua famiglia a fuggire quando un’esplosione gli ha causato ferite gravissime. Durante la sua degenza in Qatar, Mahmoud è stato ritratto da Abu Elouf nello scatto che ha poi vinto il prestigioso premio internazionale di fotogiornalismo.
Il World Press Photo 2025 celebra il suo 70º anniversario con una selezione di immagini che raccontano le crisi globali attraverso l’obiettivo di fotoreporter provenienti da tutto il mondo. Quest’anno, la competizione ha ricevuto oltre 59.000 fotografie da 3.778 fotografi di 141 paesi, evidenziando temi come conflitti armati, migrazioni e cambiamenti climatici.
La vincitrice del World Press Photo 2025 è la fotografa palestinese Samar Abu Elouf.
La World Press Photo Foundation è una piattaforma globale che mette in contatto fotografi documentaristi, fotogiornalisti e il pubblico globale attraverso una narrazione affidabile. World Press Photo è stata fondata nel 1955 quando un gruppo di fotografi olandesi organizzò un concorso (“World Press Photo”) per esporre il proprio lavoro a un pubblico internazionale. Da allora il World Press Photo è cresciuto fino a diventare uno dei concorsi più prestigiosi al mondo, premiando il meglio del fotogiornalismo e della fotografia documentaria di tutto il mondo. Attraverso un programma di mostre di successo, la World Press Photo Foundation presenta a milioni di persone le storie che contano.
La World Press Photo Foundation è un’organizzazione creativa, indipendente e senza scopo di lucro con sede ad Amsterdam, nei Paesi Bassi.
La vincitrice del World Press Photo 2025 è la fotografa palestinese Samar Abu Elouf
che ha lasciato Gaza nel dicembre 2023 per documentare a Doha le condizioni dei feriti evacuati dalla Striscia. Tra loro ha incontrato Mahmoud Ajjour, un bambino di nove anni che ha perso entrambe le braccia a seguito di un attacco israeliano nel marzo 2024: stava incitando la sua famiglia a fuggire quando un’esplosione gli ha causato ferite gravissime. Durante la sua degenza in Qatar, Mahmoud è stato ritratto da Abu Elouf nello scatto che ha poi vinto il prestigioso premio internazionale di fotogiornalismo.
«La foto dell’anno è un ritratto di un bambino con una canottiera; è rivolto verso una finestra, su di lui cade una luce calda che disegna un’ombra morbida su un lato del volto», ha spiegato Lucy Conticello, la presidente della giuria del concorso e direttrice della fotografia per M, il magazine di Le Monde. «La sua giovane età e i lineamenti delicati contrastano profondamente con l’espressione malinconica – ha aggiunto – poi, in un momento di shock, ci si accorge che non ha le braccia. Questa immagine riesce in ciò che il grande fotogiornalismo sa fare: offrire un punto d’accesso stratificato a una storia complessa, e spingere chi la osserva a soffermarsi su quella storia più a lungo».
Il presidente della giuria globale, Lucy Conticello (direttore della fotografia di M, la rivista del weekend di Le Monde), ha dichiarato: “Quando la giuria globale si è occupata di selezionare i diversi contendenti per la foto dell’anno, abbiamo iniziato con un’ampia selezione da ciascuna delle sei regioni. Da questa rosa sono emersi tre temi che definiscono questa edizione: conflitti, migrazioni e cambiamenti climatici. Un altro modo di vederli è come storie di resilienza, famiglia e comunità.
La foto dell’anno è il ritratto di un ragazzo che indossa una canottiera; è rivolto verso una finestra e la luce calda lo illumina proiettando un’ombra morbida su un lato del viso. La sua giovane età e i suoi bei lineamenti contrastano con la sua espressione malinconica. Poi ci si rende conto con sgomento che gli mancano le braccia.
La vita di questo ragazzo merita di essere compresa e questa foto fa ciò che il grande fotogiornalismo può fare: fornire un punto di ingresso stratificato in una storia complessa e l’incentivo a prolungare l’incontro con quella storia. A mio parere, questa immagine di Samar Abu Elouf è stata una chiara vincitrice fin dall’inizio”.
Tra i finalisti del World Press Photo 2025, accanto alla vincitrice Samar Abu Elouf, ci sono anche Night Crossing di John Moore e Droughts in the Amazon di Musuk Nolte. Moore, fotografo statunitense per Getty Images, ritrae un gruppo di migranti cinesi che si riscaldano sotto la pioggia dopo aver attraversato il confine tra Stati Uniti e Messico. Nolte, fotografo messicano, documenta invece gli effetti della crisi climatica nell’Amazzonia, mostrando un uomo che cammina sul letto asciutto del fiume Solimões.
Questi riconoscimenti dimostrano come il World Press Photo premi non solo la cronaca dei grandi eventi globali, ma anche le storie meno note, quelle che attraversano guerre dimenticate, migrazioni silenziose, proteste soffocate e momenti di gioia condivisa, offrendo una visione articolata e umana del mondo contemporaneo.
Da non perdere l’intervista con Alberto Prina, ideatore e direttore del Festival lodigiano, tra gli operatori culturali più attivi in Europa nel campo della fotografia contemporanea.
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L’esposizione è aperta dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 20:00. In occasione della Notte dei Musei, il 13 maggio, l’ingresso sarà possibile con un biglietto speciale a €1 dalle 20:00 alle 2:00
Il World Press Photo 2025 offre uno sguardo profondo sulle sfide contemporanee attraverso l’arte della fotografia. Le mostre in Italia, a Roma e Lodi, rappresentano un’occasione imperdibile per confrontarsi con le realtà globali e riflettere sull’importanza del fotogiornalismo nel documentare il nostro tempo.
La vincitrice del World Press Photo 2025 è la fotografa palestinese Samar Abu Elouf, che ha lasciato Gaza nel dicembre 2023 per documentare a Doha le condizioni dei feriti evacuati dalla Striscia. Tra loro ha incontrato Mahmoud Ajjour, un bambino di nove anni che ha perso entrambe le braccia a seguito di un attacco israeliano nel marzo 2024: stava incitando la sua famiglia a fuggire quando un’esplosione gli ha causato ferite gravissime. Durante la sua degenza in Qatar, Mahmoud è stato ritratto da Abu Elouf nello scatto che ha poi vinto il prestigioso premio internazionale di fotogiornalismo.
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La celebrazione del 400° anniversario del ritrovamento delle spoglie di Santa Rosalia ha dato vita a un evento culturale di portata internazionale che trascende i confini della tradizione religiosa. Un progetto culturale che unisce fede, identità e arte.
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Mario Giacomelli è protagonista di tre imperdibili mostre che esplorano la sua rivoluzionaria tecnica di contrasto estremo, con le serie “Presa di coscienza sulla natura”, “Io non ho mani che mi accarezzino il volto” e “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, e analizzano il suo rapporto con il paesaggio marchigiano, trasformato in “mappe dell’anima” nella serie “Metamorfosi della terra”. Le esposizioni rivelano l’influenza della poesia di Leopardi, Montale e Pavese sul suo lavoro e l’eredità lasciata ai fotografi contemporanei.